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Continuo a raccontare agli amici MutandAngolari™ com’è andato il mio primo anno nelle gare kart a 4 tempi.

La verità è che non siamo dei fenomeni, ma la differenza non la fa solo quello. Tutto va ottimizzato e perfezionato. Per fortuna, avendo molta esperienza nelle corse professionistiche, anche se da uomo media, ho potuto osservare metodi e idee che posso tentare di replicare qui.

Cosa c’è da sistemare?

Le soste ai box, dato che in una gara ce ne sono tante, devono essere iper efficienti, non si deve mai, mai, mai perdere più di un secondo per ogni cambio pilota. Puntare alla perfezione. Esempio: se il tempo imposto per le soste è un minuto, bisogna partire dalla piazzola a 47, 48, 49 secondi (a seconda della posizione) per coprire il tempo dalla piazzola alla banda del cronometraggio. Perdere 2 secondi a sosta, su 12 soste, vuol dire perdere quasi mezzo giro.

Poi, i turni di guida devono essere sempre monitorati perché ci sono limitazioni regolamentari. Se sfori sono cazzi. Noi utilizziamo dei timer digitali che misurano i vari lassi di tempo. E’ importantissimo usare le radio per non avere l’ansia di non scorgere la tabella per i rientri ai box, ricevere info sui tempi o sulle situazioni di traffico. Però serve anche una tabella coi controcazzi in caso si scarichino le batterie o ti si strappino gli auricolari. E occorre almeno un cronometro coi controcazzi.

Se in alcuni contesti il kart si estrae a sorte e ti rimane assegnato, in altri si cambia ad ogni sosta per fare in modo che nessuno se ne debba tenere uno “lento” per tutta la corsa. È però importante che chi ne trova uno lento (non possono essere tutti uguali) se ne renda conto e anticipi la sosta…

Parliamo dei pesi? In genere, le zavorre vengono assegnate sul limite degli 85 kg con step di 2.5 o 5kg. Alla prima gara, con tuta e casco pesavo 77kg. Vuol dire che per ottimizzare avrei dovuto dimagrire di due kg e scendere sotto i 75. Se fossi stato 79,5, ci sarebbe stato da mangiare e bere prima della pesata, per salire sopra gli 80.

L’abbigliamento dev’essere buono e starti addosso bene. L’ultima cosa che vuoi è distrarti perché il sottocasco stringe, la tuta è larga, o le gambe son corte e prendi freddo alle caviglie. Non serve spendere migliaia di euro. Basta comprare roba con un minimo di qualità con le taglie giuste. Io avendone la possibilità, ho preso materiale Sparco, e mi trovo benissimo. Per il casco, ne ho preso uno da moto, badando alla comodità e al peso. Ho preso un Premier in fibra, leggerissimo.

Alcuni usano anche delle personalizzazioni per farsi notare dai compagni ai box. Come lucine led da applicare alla tuta, o gli adesivi per i kart. Io però ho notato che meno riconoscibile sei, in una gara endurance, meglio è. Sono gare in cui i contatti e le bagarre ci sono sempre ed è meglio passare più inosservati possibile.

Capitolo Team Manager. Ci sono molti ragionamenti da fare. La strategia, il rispetto dei turni di guida, dei tempi ai box. Nelle safety-car bisogna fare più soste possibili, ma senza rischiare di doverne fare di più del numero minimo. Se ci si divide i compiti, è possibile tenere d’occhio tutto all’interno del gruppo piloti. Ma se anche solo qualcuno, tra un turno di guida e l’altro, deve smazzare del lavoro o vuole concentrarsi sulla guida, serve uno che coordini. Un minimo rimborso spese bisogna metterlo in conto.

Affrontato tutto? Trovare posto nella Coppa della CRG non è facile, perché ci siamo svegliati tardi. Però con un po’ di fortuna ci danno un kart, e finalizziamo l’iscrizione.

 

Così arriva il giorno della gara…