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Continuo a raccontare agli amici MutandAngolari™ com’è andato il mio primo anno nelle gare kart a 4 tempi.

Per la nostra prima gara “importante”, la CRG Endurance Cup in programma ad Ala di Trento, abbiamo fatto tutto quello che dovevamo, in tranquillità. E’ salito a bordo Andrea aka Sguia, amico a cui facevo da un po’ la posta conoscendone l’atteggiamento, e abbiamo preso parte a qualche gara sprint di preparazione, più qualche turno di guida in solitario. A Lignano (UD), Ottobiano (PV) e Rozzano (MI). Tre piste dove è possibile trovare gare in quantità, con qualità elevata e a bassissimi costi. In più, mi è anche riuscito di correre una garetta a Lonato (BS), la pista più bella del mondo, in cui però schifano le gare 4T. Ne fanno una all’anno si e no. Però hanno i noleggi ed è un’esperienza superconsigliata.

Arriviamo ad Ala abbastanza rilassati, anche perché la gara di Lignano aveva abbassato parecchio le aspettative. Sbaglio a pesarmi sulla mia bilancia, e su quella ufficiale mi pesano a 79.5, quindi di fatto mi porto dei chili in più per tutta la corsa. Vabbè.

La gara

Arriviamo al venerdì, facciamo un’ora di prove e tutto sembra andare bene. Il kart che abbiamo sorteggiato non è super veloce, ma più che buono e omogeneo nel comportamento. In più, grazie ai consigli di Alessandra, sappiamo che, coi 40° di temperatura e i dislivelli della pista, le frizioni saranno un problema. Bisogna guidare con rispetto del mezzo, accelerando con le ruote dritte ed evitando di tenere premuti entrambi i pedali, anche se in alcune circostanze si può guadagnare qualcosa. Nelle prove Andrea Sonvico ci aiuta a perfezionare la guida, per quanto possibile.

Nel mio turno di libere, battaglio con Bruno Mendez, campione della Formula 3 Open 2009. Lo so perché avevo fatto io la telecronaca. E, senza dire niente, penso che forse stavolta gira meglio…

L’evento si compone di una qualifica, tre gare sprint e una endurance da 8 ore. Scegliamo i piloti in ordine inverso di esperienza. Andrea Sonvico si qualifica sesto e fa la prima sprint, piazzandosi quarto. Normale, è un professionista. Michele fa la seconda ed è bravissimo, guida forte e fa da tappo alla grande. Arriva sesto. Gira bene. Nella terza, Sguia viene spedito fuori da un tizio col casco di Jean Alesi. Riparte ultimo, recupera 18 posizioni.

La griglia ci vede partire più indietro di quello che volevamo. Sonvico parte bene, prende qualche botta, ne dà. Ne prende sicuramente molte di più di quelle che dà. Ma nei box c’è uno col fisico da cicciobello che lo vuole picchiare. Senza motivo per altro. Testa bassa e pedalare. Si continua secondo il grado di esperienza inverso, e lavoriamo bene, senza fare errori. Turni di guida da 1h10 di fila a testa, con 38 gradi, e non sentirli. I kart di Cremona ci hanno temprato. O è la trance agonistica. 

Non facciamo proprio nessun errore. Dopo le prime tre ore, siamo undicesimi. Poi, alcuni avversari iniziano ad avere problemi alla frizione. Alcuni si ritirano per protesta. Noi andiamo in automatico, guidando puliti, senza strafare. Dopo sei ore, siamo QUINTI. Ci guardiamo con un sorriso ebete sulla faccia. Facciamo un errore alla sosta, che non costa posizioni, e alla fine, quando tutti completano i pit-stop obbligatori, chiudiamo ottavi assoluti, settimi di classe.

A livello sportivo, non sono mai stato settimo in nulla. Ero il bambino ciccione sfigato. E si, sono gare da amatori. Sì, siamo stati un po’ fortunati con il kart e l’affidabilità (anche bravi a gestirla). Ma siamo settimi, cazzo. Al primo anno. E’ un risultato fuori da ogni logica e aspettativa. Non sarà stata sicuramente una partecipazione a buon mercato, ma in una giornata il racing ci ha fatto vedere il suo lato migliore

Prima della fine dell’anno ci sono in programma altre due gare “lunghe”, che non vanno male. Non così bene, ma in modo soddisfacente. Nella Finale Mondiale CRG, a Franciacorta, finiamo P14, complice una strategia non perfetta con le safety-car. Nella 6 Ore di Lignano facciamo ancora un quattordicesimo posto, quinto di classe “Gentleman”. Non male perché i tempi sono molto più vicini che la prima volta, ma soprattutto divertimento incredibile in una corsa tutta giocata con le scie, in stile Talladega.

 

Tempo di fare un bilancio e guardare al 2020…