Continuiamo il racconto, tuttavia vi anticipo che questa parte non è divertente ma più tecnica e pertinente al titolo del post.
La domanda iniziale era “perché installare un impianto fotovoltaico?”
Un impianto fotovoltaico è sicuramente una forma di investimento a lungo termine, quindi il ritorno economico lo si avrà in anni (dipende da molti fattori, grandezza dell’impianto, accumulo si/no, quanto autoconsumo).
I vantaggi nell’usare corrente “propria” sono molti:
- non paghi la componente energia (circa il 50% del costo in bolletta, ma anche meno);
- non paghi tutta la marea di servizi di dispacciamento e tasse (l’altra metà del 50% di prima);
- sei immune dagli aumenti (+38% negli ultimi 10 anni)
Non mi soffermerò su tutti gli aspetti del fotovoltaico, ci sono milioni di siti e miliardi di post che lo spiegano dettagliatamente, quello che vi spiegherò invece è il ragionamento che ho fatto per valutare il mio caso. Le cifre che vi dirò sono reali, quindi potrete farvi i vostri conti.
Posizione della casa
L’orientamento della mia casa è sud-est, quindi molto buono. L’irraggiamento è presente da mattino fino a tardo pomeriggio.
Al nord italia, un impianto di circa 3Kwh produce in media 6Kwh/giorno nei mesi peggiori (dicembre) per arrivare a sfiorare i 15Kwh nei mesi più caldi (giugno/luglio).
Come capire la dimensione dell’impianto
Il mio consumo annuo è in linea con una famiglia media, 2700Kwh, sebbene ogni giorno ci siano lavatrici/lavastoviglie/asciugatrici/microonde che funzionano. Ho pure un frigo da quasi 500 litri ed un congelatore. Climatizzatore in funzione sempre nei mesi più caldi. Consumi abbastanza equidistribuiti nelle 3 fasce F1 (30,5%) ,F2 (34,0%),F3 (35,5%).
L’impianto deve essere in grado di sostenere i consumi della fascia F1, con discreto margine, questo perché per ottimizzare si tenderanno a spostare qui tutti i consumi importanti. La F1 è infatti la fascia diurna, quella dove l’impianto sta producendo e tu consumi direttamente l’energia prodotta.
Il mio consumo in fascia F1 è di circa 830Kwh/anno, quindi una media di 2,26Kwh/giorno. Mi aspetto quindi che un impianto da 3Kwh sia in grado di sostenere tranquillamente il carico anche nei mesi più penalizzanti (dove abbiamo detto si hanno circa 6Kwh/giorno). Vi ricordo che un impianto FV ha bisogno di luce, non necessariamente sole, e che la produzione è abbastanza buona anche in assenza di esposizione diretta, ovvero in giornate nuvolose.
Mi aspetto di avanzare abbastanza corrente per caricare una batteria di accumulo che mi servirà nelle fasce serali. Concentrando lavatrici/asciugatrici/lavastoviglie in questa fascia, presumo di avere sufficiente carica della batteria per gestire in autonomia fino a tarda serata illuminazione (tutto led) e altro. Nei mesi con meno ore di luce non mi aspetto di avere immissione in rete.
Abbassando il riscaldamento di 1 grado ed usando le pompe di calore durante le ore diurne mi attendo un abbattimento del 6% sui costi del gas.
Come capire la dimensione della batteria di accumulo
Generalmente la batteria va scelta in base alla potenza dell’impianto. Se la batteria è troppo capiente non si caricherà mai, quindi speso soldi per niente, se poco capiente non mi darà molta autonomia e il mio impianto immetterà molta energia in rete, quindi non massimizzo il mio autoconsumo.
L’impianto
Ho scelto un impianto enel da 3Kwh con batteria da 4,8Kwh (con profondità di scarica dell’80%, quindi 3,8Kwh teorici) che dovrebbe garantire, da perfettamente carica, un’autonomia di circa 10 ore. Costo 8.900 euro chiavi in mano (compresi allacciamenti GSE, pratiche ecc ecc).
Grazie all’incentivo del 50%, ogni anno mi scaleranno dalle tasse 445 euro.
Il conto economico
Potrei stupirvi con effetti speciali e colori ultra vivaci, ma cercherò di mettervela giù nel modo più semplice possibile.
Senza impianto spenderei 600 euro all’anno di corrente che però oggi costa il 38% in più rispetto a 10 anni fa. Farò i calcoli presumendo un aumento medio costante di circa 25 euro all’anno.
In una finestra di 10 anni andrei quindi a spendere circa 7.140 euro di energia elettrica.
Ma ho preso l’impianto e l’ho preso finanziandolo. Dovrò restituire in 7 anni il valore finanziato più gli interessi, per un totale di 10.000 euro.
Tuttavia, ogni anno avrò un ritorno, grazie all’incentivo, di 445 euro, il che mi fa diminuire l’esborso effettivo nei 7 anni di 3.115 euro (445 euro x 7 anni). In definitiva, quindi, nei primi 7 anni (che sono quelli dove pago il finanziamento) andrò a spendere:
- 10.000 – 3.115 = 6.885 euro
Negli anni che vanno dall’ 8° al 10° non avrò più il costo del finanziamento, ma continuerò a ricevere 445 euro/anno di incentivo, per un totale di altri 1.335 euro.
Questo porta la mia spesa effettiva nei 10 anni a:
- 10.000 – (3.115 + 1.335) = 5.550 euro
Il risparmio verso la spesa nuda e cruda di energia elettrica dovrebbe essere quindi di:
- 7.140 – 5.550 = 1.590 euro
Quindi in un mondo ideale io mi ritrovo la botte piena e la moglie ubriaca, in quanto:
- spendo meno rispetto alla semplice bolletta;
- ho pagato l’impianto che d’ora in avanti mi genererà solo vantaggi.
Ovviamente non è tutto oro quello che luccica. Infatti Io non posso presumere di non dover mai attingere dalla rete elettrica: il 100% di autoconsumo è un’utopia. Tuttavia tra
- autoconsumo immediato;
- autoconsumo con accumulo;
- scambio sul posto (quello che mi paga il GSE per l’energia che immetto in rete rispetto a quella prelevo);
- eventuale valorizzazione degli eccessi (quello che mi paga il GSE per l’energia che immetto in rete in più rispetto a quella che ho prelevato)
posso sperare di raggiungere l’80% di indipendenza energetica. Significa che il 20% della bolletta me lo devo pagare comunque.
Il 20% di 7.140 sono 1.428 euro, quindi la mia spesa effettiva nei 10 anni dovrebbe essere:
- 10.000 – (3.115 + 1.335) + 1.428 = 6.978 euro
ed il bilancio finale rispetto al mero pagamento della fornitura elettrica:
- 7.140 – 6.978 = 162 euro
Ovviamente si spera di non avere problemi con inverter e batterie, che sì, sono coperte da garanzia, ma non eterne.
C’è inoltre da considerare la manutenzione ordinaria dei pannelli che nel mio caso posso fare in autonomia, risparmiando.
Ok, ma alla fine conviene?
La morale è questa: sia che faccia l’impianto, sia che non lo faccia, la mia previsione di spesa a 10 anni è praticamente la stessa. Potrei aver sbagliato qualche calcolo e avere un margine superiore oppure una leggera perdita, ma la sostanza non cambia. La vera differenza è comunque palese:
- se non faccio l’impianto, fra 10 anni avrò speso 7 mila euro
- se faccio l’impianto, fra 10 anni avrò speso 7 mila euro ed avrò un impianto completamente pagato.
Nel mio caso, inoltre, l’installazione dell’impianto porta l’appartamento in classe energetica A (rispetto la B attuale), il che presuppone un aumento di valore di circa € 100/mq in caso di vendita.
Bene, ma a carte scoperte, come sono i consumi ?
(continua…)
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